Una Review (ovvero una raccolta di studi autorevoli e pubblicati provenienti da varie parti del mondo e che hanno lo stesso tema) ha inequivocabilmente sottolineato come chi soffre di Obesità ha un rischio di polmonite da Covid grave (che richiede la terapia intensiva) maggiore addirittura di chi ha già patologie respiratorie o malattie cardiovascolari. La raccolta di questi studi lascia interdetti, perché ci si aspetterebbe che a rischiare maggiormente la forma grave della malattia siano persone con pregresse patologie respiratorie, invece le persone obese sono quelle che hanno un rischio maggiore.
La spiegazione che c’è dietro a questi dati in realtà è semplice per chi lavora nel mondo della sanità, meno semplice per la gente comune. La persona obesa ha quasi sempre delle comorbidità, ovvero più patologie che coesistono nello stesso soggetto, e quasi sempre ha delle carenze nutrizionali che guarda caso riguardano micronutrienti che mantengono efficiente il sistema immunitario; ecco che si comincia a capire il perchè di questi dati.
Andando un po’ più nello specifico dobbiamo spiegare che il nostro sistema immunitario è composto da vari livelli di difesa: in un primo livello troviamo gli epiteli e le mucose, come la pelle, la mucosa orale, la mucosa intestinale, tutte strutture che hanno il compito di limitare meccanicamente l’ingresso di microrganismi patogeni come virus e batteri. Se un microrganismo riesce ad oltrepassare la barriera epiteliale dovrà vedersela con il secondo livello di difesa ovvero l’immunità innata, composta da cellule fagocitiche come i macrofagi, neutrofili, linfociti natural killer, tutte cellule che riconoscono un patogeno e lo eliminano fagocitandolo (inglobandolo al suo interno e distruggendolo). Se però le cellule dell’immunità innata non riescono a riconoscere un microrganismo patogeno esso si moltiplicherà ed ecco che interverrà un terzo livello di difesa, ovvero l’immunità umorale o adattiva, rappresentata da altre cellule del sistema immunitario chiamate linfociti T e B che tramite un complesso sistema di comunicazione porteranno alla produzione di anticorpi in grado di neutralizzare l’agente patogeno.
Nel sistema immunitario intervengono dei meccanismi biologici immensi e complicatissimi, che richiedono una moltitudine di elementi e cofattori che tengono in equilibrio tutti questi aspetti biologici. L’efficienza del nostro sistema immunitario e la risposta infiammatoria dipendono da molti fattori, la maggior parte dei quali dipendono dal nostro stile di vita e dal nostro stato di salute generale, nonché dall’età. Uno di questi fattori è l’esercizio fisico; è ampiamente dimostrato che l’attività fisica moderata e costante migliori sensibilmente lo stato di salute del sistema immunitario e lo fa attraverso diversi meccanismi come: maggiore resistenza acquisita allo stress, maggior controllo dell’umore, rigenerazione delle cellule, anche quelle del sistema immunitario. Non tutti gli sportivi però sono sani. A differenza di quanto si possa pensare un individuo atletico e perfettamente in forma non è affatto detto che sia sano; pensiamo ad esempio al body builder che deve mantenere un alto livello di massa muscolare e spesso lo fa sbilanciando l’alimentazione facendo diete eccessivamente iperproteiche ed ipercaloriche o usando sostanze anabolizzanti, farmaci dopanti o eccedendo in alcuni integratori alimentari. Tutto questo comporta un indebolimento del sistema immunitario ed espone a rischi cardiovascolari importanti, nonché a diabete ed ipertensione.
“ il troppo stroppia “, “ la dose fa il veleno”, “ ciò che non ti uccide ti fortifica” … tutti questi detti in Biologia si traducono nel concetto di ORMESI, che spiega come ogni stimolazione produce un effetto diverso in base alla dose della stimolazione stessa. Ad esempio se assumo piccole dosi di aspirina (acido acetilsalicilico) otterrò un effetto fluidificante del sangue, se ne assumo alte dosi otterrò un effetto negativo sulla mucosa gastrica e sulla salute del fegato e dei reni. Così avviene anche per la stimolazione fisica, l’intensità dell’esercizio fisico e le modalità di esecuzione ne determinano vantaggi e svantaggi, per questo è sconsigliato il fai da te. Personalmente consiglio sempre di aumentare l’attività fisica iscrivendosi in palestra e facendosi seguire da un personal trainer o da un preparatore atletico.
La nutrizione è probabilmente ciò che più di tutti incide sulla salute del sistema immunitario. Anche in questo caso il concetto di ormesi è fondamentale e ci spiega come sia difficile mangiare in maniera equilibrata per mantenerci in salute. Facciamo nuovamente un esempio concreto: se mangio pochissima frutta e verdura avrò delle carenze di vitamine e minerali fondamentali nella produzione delle cellule del sistema immunitario, se invece ne mangio troppa avrò un eccesso di zuccheri nel sangue che aumenterà il rischio di diabete di tipo 2 (fattore che causa una forte depressione del sistema immunitario). Per mantenere un sistema immunitario efficiente bisogna più di ogni altra cosa alimentarsi in maniera sana ed equilibrata, perchè solo così possiamo assumere tutte le sostanze che servono a regolare finemente i processi biologici che tengono in equilibrio la risposta infiammatoria ed immunitaria.
Adesso vi darò alcuni suggerimenti nutrizionali per migliorare la salute del sistema immunitario attraverso l’alimentazione.
1 – Il primo suggerimento è quello di consultare un Nutrizionista, biologo o medico, che saprà certamente stabilire la composizione quali-quantitativa della vostra dieta, e quindi definire il giusto apporto di calorie, proteine carboidrati grassi e fibre.
2 – Il secondo suggerimento è quello di favorire il consumo di alimenti ad azione antinfiammatoria: frutta, verdura, frutta secca, pesce, cereali integrali, semi oleosi, olio extravergine di oliva.
3 – Terzo suggerimento: tenere sempre in equilibrio la flora batterica intestinale, attraverso il consumo di Yogurt fatto in casa o Kefir o attraverso l’uso di integratori simbiotici (probiotici+fibre prebiotiche). Questo favorisce l’assorbimento dei micronutrienti e potenzia l’effetto barriera della mucosa intestinale.
4 – Quarto suggerimento: Assumere alimenti ricchi di vitamina D, o integrarla in caso di carenza o anche di lieve insufficienza; studi recenti mostrano la correlazione tra adeguati supplementi di vitamina D ed il ricorso a terapia intensiva in caso di Covid, evidenziando come chi ha alti livelli sierici di vitamina D o chi assume vitamina D ad alto dosaggio al momento del ricovero abbia una bassissima probabilità di ricorrere alla terapia intensiva.Gli alimenti ricchi in Vit D sono: pesci grassi come salmone tonno sgombro pesce azzurro, fegato, latticini, uova.La vitamina D stimola la produzione di cellule dell’immunità innata e acquisita e potenzia anche le barriere mucosali.
5 – Quinto suggerimento: assumere alimenti ricchi di vitamina A: è noto da tempo come l’acido retinoico, ovvero il metabolita della vitamina A intervenga nel potenziamento del sistema immunitario.Gli alimenti ricchi di vitamina A sono: la frutta e la verdura di color rosso-arancio, uova latte e fegato.
6 – Sesto suggerimento: assumere alimenti ricchi di vitamina C, come i kiwi, fragole, gli agrumi, alcune verdure come spinaci broccoli cavolfiori. Anche questa vitamina contribuisce al potenziamento del sistema immunitario attraverso vari meccanismi e su vari livelli.Favorire anche il consumo di alimenti contenenti zinco e selenio, due minerali di cui spesso siamo carenti, ma che sono fondamentali nel mantenimento del sistema immunitario.Esistono in commercio numerosi integratori che contengono le sostanze sopra elencate, alcuni più efficaci di altri, in genere si tratta di multivitaminici multiminerale la cui efficacia però è legata sia ai dosaggi di ogni singolo micronutriente che alla forma farmaceutica che ne determina la biodisponibilità (ovvero l’assorbimento).
Ricordiamoci però che qualsiasi integratore, se di base non si interviene sull’alimentazione, non serve assolutamente a niente.
Dott. Daniele Fortunato Biologo Nutrizionista Tel.3287152402